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Plurality: Tecnologia per la Diversità e la Democrazia Collaborative

Autori: Audrey Tang, E. Glen Weyl

Traduzione in Italiano: Andrea Brena

Presentazione e richiesta di collaborazione su Plurality: Tecnologia per la Diversità e la Democrazia Collaborative

Stiamo per intraprendere un viaggio e speriamo che vi uniate a noi. Nell’ultimo mezzo decennio, in collaborazione con molti di voi, abbiamo sviluppato un’alternativa alle solite narrativesul futuro della tecnologia che si concentrano sulla finanziarizzazione o sull’intelligenza artificiale centralizzata. Plurality, come la chiamiamo noi, è una tecnologia che riconosce, onora e potenzia la cooperazione attraverso le differenze sociali e culturali. Per saperne di più, vi invitiamo a leggere la panoramica qui sotto. Crediamo che Plurality sia il paradigma tecnologico naturale per sostenere la prosperità delle società democratiche e che possa superare molte delle divisioni radicate nel mondo odierno. Vogliamo far conoscere al mondo questa possibilità, in modo da stimolare investimenti e sperimentazioni diversificati e coordinati che possano trasformarla in realtà. E vogliamo il vostro aiuto.

Mentre il nostro piano preciso si definirà con i progressi della ricerca di Plurality e le realtà pratiche, ci impegniamo a incarnare le idee del libro nel modo in cui lo creiamo, lo distribuiamo e lo sosteniamo finanziariamente. Tutto il materiale sarà un’Opera Culturale Libera (Free Cultural Work), tra le categorie più permissive della licenza Creative Commons. Intendiamo scrivere il libro pubblicamente in una struttura simile a Git, dove apertamente, solleciteremo l’assistenza editoriale e di ricerca dalla comunità stessa e ingaggeremo coloro che con in loro contributo, ci aiuteranno a dare priorità alle richieste di modifica (pull requests) e infine a controllare i contenuti del libro. Sosterremo i costi per la pubblicazione del libro utilizzando una serie di meccanismi web3-nativi, tra cui sovvenzioni per finanziamenti plurali/quadratici, “firme” NFT su copie fisiche e digitali acquistate del libro e NFT SALSA/Harberger per l’accesso a Glen come relatore/consulente su tematiche legate al libro. Ruoli di contributo al libro verrano rappresentati da Soulbound Token (SBT) che verranno utilizzati come base per governare le scelte sul contenuto dopo la pubblicazione, compresa la disposizione di gran parte dei fondi raccolti, convertendo la comunità del libro in una Distributed Autonomous Organization (DAO). Collaboreremo a stretto contatto con Protocol Labs (PL) per costruire il substrato tecnologico necessario a far funzionare tutto ciò e, auspicabilmente, contribuire a inventare un nuovo modello di editoria per l’era del web3.

Allo stesso tempo, in quanto pluralisti, non vogliamo raggiungere solo i “nativi del web3”, e quindi speriamo di farne un bell’oggetto fisico, ampiamente accessibile, distribuito e recensito nei canali editoriali e mediatici standard. Per questo motivo, abbiamo bisogno che collaborino con noi non solo hacker e scrittori, ma anche designer, narratori, marketer, traduttori, editori e così via. Siamo consapevoli che alcuni di loro preferiranno diritti di governance più individuali in prospettiva di potenziali guadagni speculativi, e siamo aperti a discutere alternative con partner che condividono i nostri obiettivi e la nostra visione. In ogni caso, né Audrey né Glen riceveranno alcun compenso o royalty per il loro lavoro sul testo, per ottemperare alle responsabilità legali associate al loro impiego e per garantire che qualsiasi entrata sostenga la nostra missione e la comunità che speriamo di costruire.

Presto debutterà la piattaforma digitale che supporterà la stesura pubblica del libro e la gestione della partecipazione, ma se percepite un modo in cui volete contribuire prima di allora, non esitate a scrivere a Glen. Il futuro della tecnologia può onorare e sostenere i valori a noi cari se lavoriamo insieme per immaginarlo e spiegarlo.

PANORAMICA

Tecnologia e democrazia sono in guerra: la tecnologia rafforza la sorveglianza autoritaria e corrode le istituzioni democratiche, mentre le democrazie reagiscono con regolamentazioni vincolanti e il conservatorismo del settore pubblico. Eppure questo conflitto non è inevitabile; è una scelta che abbiamo fatto investendo in tecnologie antidemocratiche, come l’intelligenza artificiale (AI) e le criptovalute. Alcuni luoghi, come la comunità di Ethereum, l’Estonia, lo Stato del Colorado e soprattutto Taiwan, si sono invece concentrati su tecnologie che consentono una collaborazione diversificata e hanno visto fiorire insieme democrazia e tecnologia. Questo libro, scritto dai leader di questo nuovo paradigma della pluralità, mostra per la prima volta come ogni tecnologo, politico, imprenditore e attivista possa sfruttarlo per costruire un mondo più collaborativo, diversificato e produttivamente democratico.

Quando Uber è arrivata a Taiwan, la sua presenza è stata divisiva, proprio come lo è stata in gran parte del mondo. Ma piuttosto che gettare benzina sul fuoco attraverso i social media, la piattaforma vTaiwan, che uno di noi ha sviluppato in veste di ministro in quel Paese, ha permesso ai cittadini di esprimersi sulla questione avendo una conversazione ponderata e deliberativa con migliaia di partecipanti su come dovrebbe essere regolamentato il servizio di ride-sharing. Questa tecnologia ha sfruttato strumenti statistici spesso associati all’intelligenza artificiale per raggruppare le opinioni, consentendo a ogni partecipante di processare rapidamente l’articolazione più chiara dei punti di vista dei propri concittadini e di contribuire con i propri pensieri. Partendo da dissensi iniziali, i punti di vista che hanno raccolto più consensi sono stati messi in risalto, formando quindi un consenso approssimativo che garantisse i vantaggi dei nuovi strumenti di ride-sharing, proteggendo al contempo i diritti dei lavoratori, risultando nella loro implementazione. Questo processo è stato utilizzato per risolvere decine di questioni controverse a Taiwan e si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo presso governi, cooperative e comunità blockchain.

Tuttavia, vTaiwan scalfisce appena la superficie di come la tecnologia possa essere progettata per percepire, onorare e colmare le differenze sociali a favore della collaborazione. Le nuove regole di voto e di finanziamento che emergono dall’ecosistema Ethereum possono rimodellare il modo in cui governiamo i settori pubblico e privato; i mondi virtuali immersivi favoriscono le connessioni empatiche che attraversano le linee di esclusione sociale; i social network e i newsfeed possono essere progettati per costruire la coesione sociale e il sensemaking condiviso, anziché allontanarci. E, come ha dimostrato l’esperienza di Taiwan, i potenziali benefici sociali sono vasti, consentendo la migliore risposta del mondo a una serie di crisi recenti, dalla pandemia di Covid alla disinformazione, fino alla creazione di una prosperità ampiamente condivisa.

Tuttavia, mentre alcuni Paesi ed ecosistemi hanno investito decine di milioni di dollari in queste tecnologie, il resto del mondo ha investito centinaia di miliardi nell’intelligenza artificiale e nelle criptovalute, che perseguono obiettivi fondamentalmente diversi. L’AI (artificial intelligence) mira ad automatizzare la partecipazione umana, centralizzando il potere, rafforzando le autocrazie e minando la classe media. Le criptovalute speculative, i social media che creano dipendenza e i “metaversi” di evasione hanno minato il tessuto sociale, rafforzato le divisioni sociali, diffondendo un’infodemia e facendo proliferare nuove forme di criminalità. Non sorprende quindi che i Paesi che hanno investito in queste tecnologie vedano la democrazia e la tecnologia come nemici.

Ma non è troppo tardi per cambiare strada: possiamo investire in tecnologie che stabiliscano i diritti umani digitali, rafforzino il pluralismo e facciano fiorire le società democratiche, consentendo loro di superare l’autoritarismo e l’ipercapitalismo. Possiamo investire per dare a ogni persona un diritto inalienabile alla personalità digitale con una nuova generazione di tecnologie di identità decentralizzate (DID) che consentano a ogni persona di viaggiare, effettuare transazioni, condurre affari e partecipare a comunità democratiche libere dalla sorveglianza centralizzata. Possiamo rendere reale la libertà di associazione nel mondo digitale con social network e ledger responsabili gestiti dalle comunità e che formano i municipi e le piazze pubbliche del futuro, colmando le crescenti divisioni tra i gruppi. Possiamo garantire i diritti di proprietà digitale creando mercati pubblici e le strade principali del futuro con tecnologie crittografiche per la condivisione sicura e rispettosa della privacy di dati, calcolo e archiviazione tra utenti, liberi dal controllo monopolistico delle piattaforme. Possiamo garantire il diritto al commercio con valute digitali interoperabili a livello internazionale, sostenute dai governi e rispettose della privacy. E possiamo consentire a ogni cittadino di accedere a questi diritti rendendo l’Internet ad alta velocità un diritto umano e l’educazione alle competenze digitali un elemento centrale dei programmi scolastici pubblici.

Garantire questi diritti umani digitali fondamentali rende il pluralismo nel mondo digitale non solo possibile, ma naturale. A Taiwan, i caratteri ideografici per “digitale” e “plurale” sono gli stessi: 數位. L’esperienza in questo Paese e in ecosistemi simili ha dimostrato come queste basi, anche in forma nascente, promuovano una democrazia fiorente. Identità sicure e private consentono ai cittadini di partecipare a deliberazioni ponderate e a compromessi ragionati, come nel caso di vTaiwan, senza subire attacchi da parte di troll e bot. La condivisione privata dei dati consente ai quartieri e alle comunità di fornire servizi (dal monitoraggio dell’inquinamento alle mappe di disponibilità delle maschere) per conto proprio piuttosto che affidarsi a piattaforme proprietarie. I pagamenti aperti e affidabili permettono a forme creative di crowdfunding di sostenere i beni comuni senza burocrazie macchinose. I sistemi di reputazione peer-to-peer permettono alla società civile di combattere la disinformazione, spesso con umorismo, mantenendo un discorso vivace e aperto.

Inoltre, sebbene questi strumenti possano trasformare il settore pubblico in tutto il mondo, non sono rilevanti solo o principalmente per le democrazie nazionali. Offrono invece un modo a diverse forme organizzaztive, dalle chiese alle aziende, di promuovere una cooperazione più produttiva e dinamica. Le aziende possono potenziare l’intrapreneurship e le infrastrutture interdivisionali più velocemente che mai. La condivisione di dati privati e sovrani può contenere e curare le malattie. Un nuovo panorama mediatico può essere al tempo stesso più affidabile e consensuale sui fatti chiave di quanto non sia mai stato prima, dando al tempo stesso voce a coloro emarginati a causa dei tradizionali gatekeepers (custodi). Plurality non è quindi solo per la politica e il governo, così come l’Internet non lo era per i militari e le università che l’hanno costruito. È invece un nuovo paradigma tecnologico che può trasformare in meglio ogni settore e la vita di ogni individuo se impariamo a sfruttarlo.

Ma proprio come Internet e altre tecnologie trasformative, Plurality potrà prosperare solo relativamente a quanto investiremo in essa. Internet è nato come una rete creata dall’Advanced Research Projects Agency (ARPANET) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per sperimentare nuovi design di interfacce utente decentralizzate. Tuttavia, la visione dei fondatori di ARPANET, come JCR Licklider, su cui la nostra è strettamente modellata, è stata realizzata solo in parte perché non ha mai mobilitato il sostegno pubblico e internazionale e gli investimenti multisettoriali necessari per portarla avanti. Invece, come previsto da Licklider, è stato per lo più catturato da monopolisti che ne hanno ostacolato il potenziale. Oggi abbiamo la possibilità di correggere quell’errore e di costruire un futuro in cui le nostre tecnologie esprimano e potenzino i nostri ideali più nobili, anziché degradarli. Ogni attivista, artista, tecnologo, cittadino, politico e organizzazione ha un ruolo chiave da svolgere nella lotta per questo futuro.

Quando vediamo “internet delle cose”, facciamo in modo che sia un internet degli persone.

Quando vediamo “realtà virtuale”, rendiamola una realtà condivisa.

Quando vediamo “machine learning”, rendiamolo un apprendimento collaborativo.

Quando vediamo “user experience”, facciamo in modo che si tratti di esperienza umana.

Quando sentiamo dire “la singolarità è vicina”, ricordiamoci che la pluralità è qui.

SCHEMA DEI CAPITOLI

Di seguito è riportato uno schema suddiviso in parti e capitoli. Ogni capitolo riporta la lunghezza stimata delle pagine e fornisce un riassunto dell’argomento del capitolo in questione, in proporzione di circa una frase ogni 5 pagine. Si tratta di una prima bozza.

  1. Prefazione: Vedere al plurale (5 pagine):

    Apriremo il libro con una riflessione poetico-spirituale sull'onnipresenza della pluralità su ogni scala della realtà e su come l'estensione di questa possa manifestarsi nel nostro futuro tecnologico.

  2. Introduzione: La guerra tra democrazia e tecnologia (10 pagine):

    I conflitti da titolo di giornale tra tecnologia e democrazia, riflettono e nascondono al tempo stesso una tensione più profonda tra le direzioni in cui si è sviluppata la tecnologia e i principi di una società democratica. Sebbene le tecnologie specifiche nate dalle tradizioni dell'intelligenza artificiale e del web3 abbiano un potenziale significativo, esse sono fondamentalmente ideologie politiche antidemocratiche piuttosto che tecnologie, impegnandosi rispettivamente nella centralizzazione del potere e nell'individualismo estremo.

  3. Pluralità

    1. Vivere in un mondo plurale (15 pagine): Dal livello fisico più elementare della meccanica quantistica alle più grandi altezze, "la bellezza, la crescita, il progresso - sono tutti il risultato dell'unione dei diversi". (Citazione di Star Trek). Tutto ciò dipende quindi dal mantenimento e dalla proliferazione della diversità, rafforzando al contempo la comunicazione e la cooperazione attraverso le differenze. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione possono mappare il paesaggio dinamico delle relazioni sociali e facilitare nuove connessioni e organizzazioni che si estendono su tali network.
    2. La DAO perduta (15 pagine) L'idea di una società a rete, in cui gli individui e i gruppi sociali sono entrambi intersezioni dinamiche tra loro, ha avuto origine nelle teorie di sociologi, economisti e filosofi come Henry George, Georg Simmel e John Dewey. Questa visione è stata alla base di quello che è diventato Internet, ma non è mai stata articolata con chiarezza filosofica, permettendo che venisse dimenticata e soppiantata da altre filosofie, incentrate sull'imitazione dell'intelligenza umana o sulla liberazione degli individui dai vincoli sociali. Questo libro si propone di recuperare questa visione perduta, di mostrare come essa abbia e possa avere successo e di tracciare un percorso per farla prosperare.
    3. Uno sguardo da Yu Shan (20 pagine) Taiwan si trova all'intersezione delle placche continentali dell'Eurasia e dell'America e all'intersezione ideologica dell'ideologia cinese centralizzata dell'IA, dell'ideologia americana ipercapitalista e degli Stati regolatori europei basati su valori. Come la linea di faglia fisica ha spinto in alto il punto più alto di Taiwan, lo Yu Shan, così queste tensioni ideologiche hanno spinto Taiwan a sviluppare una sintesi pluralista che gli ha permesso di diventare il Paese tecnologicamente più avanzato e più attivamente democratico del mondo. Questo capitolo fornirà un ritratto vivido ed emotivo della vita nella democrazia digitale di Taiwan da più punti di vista: quello del ministro, quello di un attivista civico, quello di un comune cittadino disimpegnato digitalmente, quello di un imprenditore, ecc. Verrà anche raccontata brevemente la storia di come è nata la democrazia digitale di Taiwan, tracciando paralleli e contrasti con le circostanze di altri Paesi liberaldemocratici di oggi.
  4. Libertà

    1. Diritti umani come sistema operativo (5 pagine) Così come le democrazie industriali sono costruite sulle fondamenta dei diritti universali dell’uomo, le democrazie digitali dipendono dalla difesa universale dei diritti dell’uomo nel mondo digitale. Al momento, l'accesso a queste capacità è limitato e proprietario, minando il potenziale di Plurality. Ogni capitolo di questa sezione inizierà con un breve schizzo di un'interazione consentita dalla realizzazione di questo diritto.
    2. Personalità (10 pagine) I diritti alla vita, agli spostamenti e al riconoscimento personale sono i diritti più fondamentali, ma i sistemi di identità che li rendono possibili online sono controllati da poche piattaforme proprietarie. I sistemi di identità decentralizzati e pluralistici che stanno emergendo dallo spazio Web3 possono dare vita a una serie di nuove funzionalità che porteranno Internet al di là del suo stato attuale, così come Internet ha portato avanti le modalità di comunicazione precedenti.
    3. Associazione (10 pagine) I social network mappano l'associazione nell'era digitale, mentre le blockchain forniscono l'equivalente digitale delle piazze pubbliche. Se queste ultime possono essere ampliate da investimenti di interesse pubblico, arrichendo così la reputazione e le relazioni sociali che esse veicolano, saranno in grado di estendere la portata delle relazioni sociali a molto più di quanto lo siano oggi e di sostituire molte delle funzioni tradizionalmente assegnate allo scambio anonimo sul mercato.
    4. Commercio (5 pagine) Con la partecipazione di istituzioni legittime (come banche centrali, governi e banche), le valute digitali possono avere una struttura di rete che consenta sia i vantaggi della sovranità e della privacy sia l'interoperabilità internazionale, liberando i pagamenti dal caos delle criptovalute e dagli inefficienti monopoli che attualmente dominano i pagamenti.
    5. Proprietà (10 pagine) Mentre i beni fondamentali del mondo digitale (dati, calcolo e memoria) sono creati in modo distribuito, la mancanza di standard aperti per condividerli in modo sicuro ha concentrato il potere in poche grandi aziende tecnologiche. L'investimento pubblico nello sviluppo di standard aperti per la condivisione sicura in queste aree consentirà alla società civile e ai gruppi imprenditoriali di realizzare collaborazioni molto più ambiziose, in modo più efficiente, con maggiore fiducia, privacy e sovranità.
    6. Accesso e istruzione (5 pagine) I diritti umani online sono rilevanti solo per coloro che possono accedere e navigare nel cyberspazio. L'accesso alla banda larga ad alta velocità e la competenza digitale, non solo la cultura, devono quindi essere diritti umani universali.
  5. La democrazia

    1. Democrazia come applicazione (10 pagine) Le istituzioni democratiche sono applicazioni che possono funzionare su queste basi e hanno tre componenti fondamentali: deliberazione, compromesso e pluralismo. Queste istituzioni possono trasformare non solo il settore pubblico ma anche quello privato, democratizzando le imprese e dipendendo a loro volta da modelli di finanziamento democratizzati. Ogni capitolo inizierà con una vignetta sui modi in cui le tecnologie vengono utilizzate oggi per realizzare la democrazia digitale.
    2. Deliberazione (5 pagine) I progressi della statistica (spesso associati all'intelligenza artificiale) rendono possibile un "ascolto ampio", in cui milioni di persone possono ascoltare l'essenza distillata della distribuzione delle opinioni dei loro pari, dando potere alla deliberazione democratica su scala.
    3. Compromesso (5 pagine) I progressi nella progettazione dei meccanismi (spesso associati al web3) rendono possibile il compromesso e la negoziazione su scala, consentendo una democrazia diretta che non cada nelle trappole della tirannia della maggioranza.
    4. Pluralismo (5 pagine) Le reti sociali ci permettono di tracciare le fratture e le divisioni sociali, consentendoci di dare alle comunità "locali" il potere di autogovernarsi e di creare attivamente incentivi per colmare queste divisioni.
    5. Finanza (5 pagine) Le nuove forme di organizzazione sociale che emergono dalla comunità web3 ci permettono di superare la divisione tra mercato e Stato, creando un settore sociale emergente in grado di fornire servizi democratici su scala.
  6. Impatto (Introduzione 5 pagine):

    La democrazia si è guadagnata una cattiva reputazione in gran parte del mondo per il fatto di non riuscire ad affrontare le sfide globali più importanti. Questo perché non ha tenuto il passo con la tecnologia; quando lo fa, l'esperienza di Taiwan dimostra che può superare i regimi autoritari. Ogni capitolo evidenzierà le statistiche che illustrano i successi possibili in Paesi come Taiwan e l'Estonia che hanno fatto della democrazia digitale una realtà.

    1. Media (5 pagine) La disinformazione può essere contenuta mantenendo una vivace libertà di parola grazie ad algoritmi che fanno emergere contenuti con un consenso sorprendente e alla partecipazione attiva di gruppi della società civile che sfruttano l'umorismo.
    2. Salute (5 pagine) Le pandemie e le altre crisi sanitarie possono essere identificate e affrontate con agilità e costi economici minimi se la società civile è in grado di progettare rapidamente sistemi per allocare le scarse risorse sanitarie e individuare le catene di trasmissione.
    3. Ambiente (5 pagine) I danni ambientali, da quelli locali a quelli globali, possono essere identificati rapidamente senza invadere la privacy se i cittadini possono formare "coalizioni di dati" orizzontali in grado di contrattare con i governi l'assunzione delle proprie responsabilità e di garantire che i membri della comunità facciano lo stesso.
    4. Lavoro (5 pagine) Sfruttando le tecnologie digitali per il coinvolgimento umano piuttosto che per la sua sostituzione, le tecnologie digitali possono creare posti di lavoro migliori di quelli che eclissano, portando ad una prosperità e ad una partecipazione larghe, condivise e naturali
  7. Avanti

    1. Istituzioni (20 pagine) L'investimento su larga scala necessario per realizzare Plurality richiederà la fusione di fonti di finanziamento provenienti da una varietà di settori e Paesi per combinare e trascendere le motivazioni di interesse nazionale, profitto e beneficenza. La sperimentazione con comunità diverse in molte località geografiche dovrà essere strettamente legata alla standardizzazione mirata ad una scala internazionale, sfruttando una reti di ministri digitali come quella di Taiwan. Le aziende del settore privato, le istituzioni accademiche, le organizzazioni di beneficenza e gli attivisti dovranno essere coinvolti nei contributi, attirati dal prestigio e dalla visione del futuro che deriva dal contribuire al futuro degli standard aperti. Pur essendo ambizioso, questo piano estende in larga misura la storia di Internet stimolata dalla rete di laboratori di ricerca per gli utenti finanziata dall'Advanced Research Projects Agency (ARPANET), estendendola al nostro attuale mondo multipolare.
    2. Azione (10 pagine) Sebbene il successo richieda un coordinamento ai più alti livelli, ogni cittadino ha un ruolo da svolgere per costruire lo slancio necessario a rendere tutto ciò possibile. Mostreremo come hacker, investitori, imprenditori, attivisti, artisti, elettori possano far parte di un movimento per far sì che i nostri strumenti siano al servizio dei nostri valori, anziché essere dettati da essi.

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